Abitazioni di lusso: come vengono determinate?
Un’abitazione è considerata di lusso in base a criteri stabiliti dal D.M. 2/08/1969, che includono fattori come superficie utile superiore a 240 m², ubicazione in zone di pregio, presenza di servizi esclusivi (piscine, campi da tennis), finiture di alta qualità e impianti avanzati.
La classificazione catastale (categorie A1, A8 e A9) è oggi il criterio principale per determinare la natura di lusso di un immobile, in seguito alla riforma introdotta dal D.Lgs. 175/2014.
Gli immobili rientranti in queste categorie non beneficiano delle agevolazioni fiscali per la prima casa e sono soggetti a un regime impositivo più oneroso, come l’applicazione ordinaria di IVA, imposta di registro e IMU.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1538/2021, ha chiarito che la superficie utile complessiva, esclusi balconi, terrazze e locali accessori, è determinante per la classificazione di lusso, ribadendo l’importanza della destinazione abitativa degli ambienti.
La classificazione catastale (categorie A1, A8 e A9) è oggi il criterio principale per determinare la natura di lusso di un immobile, in seguito alla riforma introdotta dal D.Lgs. 175/2014.
Gli immobili rientranti in queste categorie non beneficiano delle agevolazioni fiscali per la prima casa e sono soggetti a un regime impositivo più oneroso, come l’applicazione ordinaria di IVA, imposta di registro e IMU.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1538/2021, ha chiarito che la superficie utile complessiva, esclusi balconi, terrazze e locali accessori, è determinante per la classificazione di lusso, ribadendo l’importanza della destinazione abitativa degli ambienti.
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